Error message

Notice: Undefined offset: 1 in counter_get_browser() (line 70 of /web/htdocs/www.faiponline.it/home/drupal/sites/all/modules/counter/counter.lib.inc).

Raffaele Goretti: serve un ponte tra noi e il futuro

Caro Giuseppe e care/i amiche e amici “lesionati midollari”, la nota che ci hai regalato, bollandola come “delusione”, insieme all’amico Danilo in merito alla ”perdita di memoria”, ci richiama tutte/i ad una riflessione che non riguarda soltanto l’impegno o la disponibilità a concedere tempo e risorse alla comune causa, quanto al ruolo stesso della nostra presenza in un contesto sociale in costante movimento e mutazione.

A scrivere questa volta è Raffaele Goretti, Consigliere Nazionale della Faip.

Nel merito vi propongo queste brevi frasi utilizzate nel comunicato stampa in preparazione della Giornata Nazionale del 4 aprile scorso e a tutt’oggi attualissime:

Per rendere esigibile il diritto alla salute è fondamentale affrontare sinergicamente e con responsabilità programmatoria da parte dei diversi soggetti Istituzionali nazionali e regionali, da parte del mondo associativo e delle Persone con lesione midollare la questione della domanda stessa di salute posta da una platea di Persone con esiti di l.m. che sempre più chiedono di tutelare, promuovere e garantire il bene “salute”.
Per la Federazione la giornata nazionale dedicata alla Persona con l.m. è l’occasione per rilanciare l’attenzione sui temi dei diritti e delle pari opportunità per tutte quelle persone che per un evento improvviso traumatico e non traumatico si trovano improvvisamente a dover fare i conti con un mondo ostile che molte volte impedisce loro di poter disporre ed esigere diritti a partire dal diritto alla salute”.

Partendo da quanto contenuto nelle parole di questo estratto del comunicato stampa, possiamo sicuramente affermare che queste tematiche restano a tutt’oggi “la spina dorsale” del nostro impegno e della nostra responsabilità politica che come dirigenti o ex dirigenti del Movimento dobbiamo tutelare e promuovere.

Nel merito dell’analisi fatta da Giuseppe, mi ritrovo pienamente nei passaggi in cui si rileva la caduta di tensione su temi fondamentali ancorati ai diritti che, se non sufficientemente tutelati e difesi, rischiano di essere persi in quanto possono essere scambiati per “privilegi”, il tema dei falsi invalidi e l’attacco frontale ad alcuni articoli della 104/92, come quello previsto per i giorni di congedo anche per assistere una persona con disabilità, ne sono un esempio attualissimo.

Ora verrebbe da chiedersi: questi diritti, seppur non tutti completamente esigibili, resteranno per sempre o per sempre dovremo difenderli?

Io credo, purtroppo, che sia la seconda che ho detto che prevarrà. E allora chi difenderà questi diritti faticosamente conquistati in un contesto ostile e orientato su altri valori?

Domande difficili a cui dare risposte, in un contesto sociale politico ed economico legato ad interessi forti e a lobby politiche che tendono a semplificare il concetto stesso di diritto tramutandolo sempre più spesso in “concessione”.

Le persone con lesione al midollo spinale, sono una piccola minoranza considerando l’universo degli abitanti del nostro Paese, sono una minoranza anche all’interno del mondo delle patologie cliniche, considerando, come richiamato da Danilo, che sempre più le persone si allontanano dalla militanza politica e diminuiscono le persone che esercitano il loro diritto di voto, va da se che sempre meno “lesionati midollari” si rendono disponibili a donare tempo e risorse alla causa dell’attivismo politico nel nostro caso per difendere e promuovere diritti, per il semplice motivo delle percentuali.

Praticamente tutto appare matematicamente scontato e in conseguenza di ciò il rischio di perdere garanzie e diritti aumenta in maniera esponenziale.

Contestualmente aumentano nella società, in particolare quella Italiana, le differenze e le disuguaglianze sia basate sul ceto che sulle condizioni economiche con una forte riduzione delle opportunità soprattutto per la popolazione delle persone con disabilità, rischiando di costruire una società di serie A e una di serie B quando non addirittura una terza categoria di cittadini completamente esclusa dalle dinamiche sociali.

Considerando questo scenario socio-politico nazionale, non c’è assolutamente da stare tranquilli, se poi lo colleghiamo agli scenari internazionali che tendono a far riesplodere nazionalismi e chiusure protezionistiche, la situazione diventa veramente preoccupante.

Possiamo? E se si, come possiamo essere attori che si mobilitano per difendere i principi basilari dettati dai trattati internazionali a difesa dei diritti umani a partire dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità?

Penso che banalizzando una delle risposte possa essere ad esempio quella di rispondere al questionario promosso dal GALM.

Molte volte non serve pensare l’impossibile nelle azioni che vorremmo mettere in atto, molte volte può bastare l’essere presenti, farsi trovare disponibili anche a giocare di sponda, dobbiamo assumerci un pezzo di responsabilità collettiva, recuperare il nostro fondamentale protagonismo, non dobbiamo permettere che il nostro futuro sia deciso a nostra insaputa o peggio ancora realizzato contro i nostri diritti.

Io come Giuseppe e altri/e, abbiamo fatto quello che potevamo e lo abbiamo fatto fino in fondo senza risparmiarci, il contesto sicuramente era migliore, i legami e gli ideali erano forti e vissuti, gli obiettivi erano delineati e seppur difficili da raggiungere, non abbiamo avuto paura nella sfida che ci era posta nel raggiungerli.

Sono certo che al nuovo modello sociale, ancora incerto e indefinito, serviranno tante persone di buona volontà per affermare ancora una volta i valori e gli ideali che per tanto tempo abbiamo perseguito e come si percepisce dalle nostre note, ancora stiamo inseguendo, perché, come dice una canzone di Claudio Baglioni… non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade.

La riflessione di Giuseppe ci può essere molto utile per costruire una Giornata Nazionale 2017 densa di significato, di speranze di volontà perché in fondo tutti noi sappiamo che nessuno se non noi “lesionati midollari” possiamo trasformare questo concetto emarginante in un messaggio di cambiamento sentendoci pienamente Cittadine e Cittadini consapevoli del nostro futuro.

Augurandoci un nuovo inizio, mi congedo con una citazione di un grande uomo che può sintetizzare il nostro impegno consapevole e non illusorio ….  siamo animati dal pessimismo della ragione  e dall’ottimismo della volontà “ (A. Gramsci).

Contributo offerto da Raffaele Goretti consigliere Faip.