Le Unità Spinali Unipolari
Le Unità Spinali
Il censimento delle strutture sanitarie ha individuato l’esistenza sul territorio nazionale di 22 Unità Spinali, di cui 9 Unipolari, che in maniera altamente specializzata offrono percorsi di cura per le persone con lesione midollare. Un primo dato rilevante è la significativa disomogeneità tra le Regioni CentroSettentrionali, presso le quali è concentrato il 95% dei centri esperti, e quelle Meridionali, nelle quali ad oggi si rilevano Unità Spinali Unipolari attive nelle Marche (Unità Spinale degli Ospedali Riuniti di Ancona) in Sardegna (Cagliari), Puglia (Unità Spinale del Policlinico di Bari) e Sicilia (Unità Spinale dell’Ospedale Cannizzaro di Catania). Tali strutture inserite nel panorama italiano vannoa rappresentare dei punti di riferimento in territori attualmente sprovvisti di centri esperti nella gestione delle persone con lesione midollare, portando ad un risultato significativo. Molto indicativi sono i dati numerici forniti dai 59 centri rispondenti, dei quali si registra la totale adesione (100%) delle Unità Spinali, rispetto alle altre tipologie di strutture sanitarie. Ciò indica che le informazioni ed i numeri ottenuti costituiscono una validazione mirata di quella che è l’eccellenza italiana nella cura delle lesioni midollari. Sulla base dei dati raccolti con il censimento e la sua validazione mediante questionario è emerso che i posti letto dedicati (Unità Spinale Unipolare, Unità Spinale e Centri di Riabilitazione) sono 752 a fronte di 1531 nuovi casi incidenti per anno, di cui 906 paraplegie (59%) e 625 (41%) tetraplegie. I nuovi casi incidenti sono quelli che hanno bisogno di cure specialistiche ad alta intensità, in uno scenario che deve saper gestire la fase acuta risultante da una situazione di emergenza e gravità della condizione. Tale dato è significativo perché supera il valore indicato in letteratura, stimato a 1200 nuovi casi l’anno. Ipotizzando una durata media di ospedalizzazione in un centro esperto pari a sei mesi, è possibile calcolare il tasso tra posti letto competenti e il numero di nuovi pazienti ricoverati: è pari al 77%, ossia un terzo dei pazienti in Italia con una nuova lesione midollare non trova un posto letto esperto per la fase acuta. Per posto letto esperto si intende la possibilità di offrire un ricovero che sappia gestire le fasi più intensive della malattia, dall’insufficienza respiratoria, alle manovre che portano a una corretta stabilizzazione della colonna vertebrale: stiamo quindi parlando di fase acuta, da curare attraverso équipe multidisciplinari in centri ad alta specializzazione. Di contro, la ricchezza di posti letto dedicati nei centri di riabilitazione, insieme ad un più elevato turnover dei pazienti (tempi di permanenza medi da due a quattro mesi) portano ad osservare che in questa fase il rapporto tra numero di posti letto di riabilitazione e le richieste di ricovero (includendo anche i casi prevalenti) è molto vicino al 100%; ciò significa che la quasi totalità delle persone con lesione midollare ha un posto letto in cui ricevere il protocollo riabilitativo. E’ interessare notare che le Unità Spinali sono a gestione prevalentemente pubblica (86%), mentre i centri riabilitativi sono per il 60% strutture private (accreditate o for profit). Possiamo dunque affermare che l’eccellenza nell’assistenza alle persone con lesione midollare (fase acuta) è a gestione pubblica, mentre i servizi di riabilitazione meno specializzati (fase post-acuta) vengono gestiti prevalentemente dal settore privato. Attraverso la validazione del questionario abbiamo quindi svelato la carenza di posti letto esperti nelle Unità Spinali Unipolari, maestre nell’assistere le persone durante la fase di emergenza/urgenza rispetto alle altre Unità Spinali e soprattutto rispetto ai Centri di Riabilitazione. Le Unità Spinali sono da viversi come un modello intermedio di cura che sicuramente ha comportato un raffinamento dell’assistenza rispetto agli antichi tradizionali centri di riabilitazione. L’eccellenza in questo contesto non consiste solo nel salvare le vite umane ma nel riportare le persone attraverso l’ “Unipolarità” ovvero una completa transdisciplinarietà ad essere curati in modo integrato tra specialisti per avviarsi verso una propria vita indipendente nella nuova condizione di disabile. Certamente è una transdisciplinarietà complessa, quella che prevede l’interazione tra una media di ventuno professionisti, provenienti da medicina, da altre professioni sanitarie, dalle scienze umane e dal volontariato. E mentre nelle Unità Spinali Unipolari le competenze dei professionisti sono prevalentemente interne, che significa immediatamente fruibili, nelle Unità Spinali vi è un trend a dare in outsourcing queste competenze, prassi che può comportare un ritardo sul tempo e un disallineamento delle procedure. Rispetto all’organizzazione dei centri e al rapporto con il proprio territorio di riferimento, è carente la realizzazione e, in alcuni casi, il ricorso ad un network di cura tra strutture che, a diversi livelli, offrono cure alle persone con lesione midollare: solo il 15% dei centri rispondenti, infatti, dichiara di fare riferimento in modo strutturato ad organismi socio-sanitari presenti sul territorio. E’ stata successivamente indagata l’esistenza di servizi all’interno del progetto riabilitativo. E’ emerso che il 75% delle strutture rispondenti prevede servizi di cura integrati tra aspetti strettamente clinici e quelli socio-riabilitativi, a testimoniare quanto si stia facendo negli ultimi anni nel mondo della disabilità per affermare il concetto di complementarietà tra cure mediche e aspetti sociali per il conseguimento dell’autonomia della persona disabile. Da un confronto internazionale effettuato su tre Paesi europei, Inghilterra, Svizzera e Spagna, la vera differenza che emerge con l’Italia consiste nella loro migliore capacità di fare rete ed organizzare un’offerta sanitaria distribuita omogeneamente sul territorio, oltre ad una maggiore raffinatezza nell’erogazione dei servizi di cura (soprattutto nel caso della Svizzera). Questo quindi è quanto abbiamo da imparare da altri paesi; una maggiore capacità di costruire network sui letti per gli acuti e una maggiore tempestività di intervento.
Le Unità Spinali in Italia
Abruzzo Unità Spinale Sulmona
Emilia Romagna Unità Spinale Montecatone Rehabilitation Istitute, Azienda USL Imola
Emilia Romagna Unità Spinale Villanova d’Arda, Azienda USL di Piacenza
Friuli Venezia Giulia Unità Spinale Istituto di Medicina Fisica e Riabilitazione “Gervasutta” Udine
Lazio Centro Spinale Centro Paraplegici Ostia, ASL Roma D
Lazio Unità Spinale Unipolare Ospedale CTO “A. Alesini”, ASL Roma C
Lazio Centro Spinale IRCCS Santa Luca, Roma
Liguria Unità Spinale Unipolare Ospedale Santa Corona Pietra Ligure Savona
Lombardia Unità Spinale Ospedale Riuniti di Bergamo
Lombardia Unità Spinale Unipolare Ospedale Cà Granda Niguarda Milano
Lombardia Unità Spinale Ospedale Civile di Magenta “G. Fomaroli” ASL Milano 1
Lombardia Unità Spinale Azienda Ospedaliera Salvini Passirana Rho Milano
Lombardia IRCCSS Riabilitazione Fondazione S. Maugeri Istituto Scientifico Pavia
Lombardia Riabilitazione Mielolesi – Azienda Ospedaliera CTO Milano
Marche Unità Spinale Azienda Ospedali Riuniti di Ancona
Piemonte Unità Spinale – Azienda Universitaria Maggiore della Carità Novara
Piemonte Unità Spinale Unipolare Città della Salute e della Scienza Torino
Piemonte Unità Spinale Azienda Ospedaliera SS.A. BeC Arrigo Alessandria
Puglia Unità Spinale Unipolare Azienda Universitaria Policlinico Bari
Puglia IRCCS Riabilitazione Fondazione Maugeri Cassano delle Murge
Sardegna Unità Spinale Unipolare ASL di Cagliari
Sicilia Unità Spinale Unipolare Ospedale Cannizzaro Catania
Toscana Unità Spinale Unipolare Azienda Universitaria Careggi Firenze
Umbria Unità Spinale Unipolare Azienda Ospedaliera Perugia
Veneto Unità Spinale ULSS 6 Vicenza
Veneto Unità Spinale Ospedale Sacro Cuore Don Calabria Negrar (Verona)