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Non smantellate le passioni degli atleti con disabilità

Questo il grido di allarme l'anciato dall'Associazione Paraplegici di Roma e del Lazio Onlus tramite il suo presidente Daniele Stavolo. A partire da domenica 29 ottobre, dopo 15 anni di attività l'AISA (Associazione Italiana Sindrome Atassiche) si vede costretta a interrompere le proprie attività riabilitative/sportive a causa di un'ordinanza del Comune di Castel Gandolfo che dispone la rimozione del pontile che rappresenta l’unico punto di accesso in acqua degli atleti canoisti e paracanoisti.

Dopo aver acquisito esperienze di primo livello nel settore, gli istruttori professionisti, insieme ai volontari dell'Associazione, sono quindi costretti a sospendere il loro lavoro quotidiano, portato avanti fino ad oggi già con molta fatica a causa della presenza di barriere architettoniche che ostacolano il raggiungimento del pontile grazie al quale possono praticare il loro sport preferito atleti amatoriali e agonisti di livello mondiale.
Viene spenta in questo modo brutale la passione di molte persone anche para e tetraplegiche, le quali hanno deciso di investire se stessi in una disciplina sportiva che, secondo ormai i più avanzati studi medico-scientifici, offre molto di più rispetto alla classica attività riabilitativa, come verranno drasticamente interrotti anche quei benefici fisici e mentali che quotidianamente lo sport regala loro. “E' necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni competenti - commenta Daniele Stavolo, presidente dell'Associazione Paraplegici di Roma e del Lazio - perché vengano trovate soluzioni pacifiche idonee a dare continuità a questo servizio inclusivo fondamentale per la salute di tutti gli interessati, ampliando e non mortificando le opportunità di quelle realtà che offrono risposte concrete alle esigenze e alla socializzazione di chi vuole mettersi in gioco nonostante le gravissime difficoltà vissute”.