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Banca Nazionale Unica del Contrassegno: passare dalle parole ai fatti

«Dopo che l’ultima Legge di Bilancio ha istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un fondo finalizzato all’innovazione tecnologica delle strutture, è lecito pensare che vi siano oggi le condizioni per passare dalle parole ai fatti»: è Mario Ponticello dell’APL (Associazione Paraplegici Lombardia) a puntare il dito sulla questione ancora irrisolta della Banca Nazionale Unica del Contrassegno, strumento atteso da tempo dalle persone con disabilità, perché necessario a garantirne il diritto alla mobilità, evitando procedure farraginose e talvolta anche ingiuste sanzioni.

È Mario Ponticello, responsabile del Coordinamento Volontariato dell’APL, l’Associazione Paraplegici Lombardia affiliata alla FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), a puntare il dito sulla questione ancora irrisolta della Banca Nazionale Unica del Contrassegno, strumento atteso ormai da tempo dalle persone con disabilità, perché necessario a garantirne il diritto alla mobilità, evitando loro procedure farraginose e talvolta anche ingiuste sanzioni.

«Dopo che l’ultima Legge di Bilancio – sottolinea Ponticello – ha istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un fondo ad hoc, espressamente finalizzato all’innovazione tecnologica delle strutture (contrassegno e segnaletica), è lecito pensare che vi siano oggi le condizioni per passare dalle parole ai fatti. A quanto ci risulta, infatti, il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana ha già rappresentato al ministro competente, Danilo Toninelli, questa priorità. Ci associamo dunque all’invito, confidando in una rapida attivazione del fondo e chiedendo che quelle risorse vengano prioritariamente usate per creare appunto la Banca Nazionale Unica del Contrassegno, prevista per altro anche dal Secondo Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità».
In quest’ultimo, infatti (Decreto del Presidente della Repubblica del 12 ottobre 2017), si legge testualmente al Capitolo 8, punto 1.2, che «tutti i Comuni d’Italia hanno provveduto alla sostituzione dei pass disabili con i nuovi modelli di CUDE [Contrassegno Unificato Disabili Europeo, N.d.R.], come previsto dal DPR n.151/2012, mentre pochissimi tra loro hanno aderito al Registro Pubblico CUDE (ANCI Sardegna) a causa della scarsa diffusione di informazioni tra Pubbliche Amministrazioni sulle potenzialità dello strumento – in termini di opportunità di condivisione, aggiornamento e controllo in tempo reale delle informazioni relative ai CUDE, attraverso una banca dati nazionale». (S.B.)

Testo ripreso da Superando.it