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No ai Voucher sull'Incontinenza. Si scrive al Ministro Speranza

L’incontinenza coinvolge in Italia 5milioni di persone, il 60% sono donne ed è l’ultimo tabù medico che non riusciamo a sconfiggere, qualcosa di cui è difficile parlare perché questo disturbo risveglia sensazioni di vergogna, igiene, timidezza e tanto altro ancora. Molte sono le persone anziane che pur soffrendo incontinenza (urinaria e fecale) non intendono seguire alcuna terapia farmacologica, riabilitativa o chirurgica, giungendo all’utilizzo di pannoloni e traverse. Le associazioni pazienti non sono contrarie alla decisione del paziente, ma asseriscono che quando al Cittadino deve essere dato un pannolone questo deve essere di qualità. Purtroppo nella mentalità delle Centrali Acquisto ragione e buonsenso non prevalgono mai, atteso che si continua a non considerare "infungibili” taluni dispositivi per stomia e cateterismo intermittente.

In Sanità, qualità, appropriatezza prescrittiva e libera scelta dovrebbero essere considerati elementi vitali per il Governo e le Regioni, il mondo della Politica, le Centrali Acquisto, i Provveditori devono convincersi che i dispositivi medici monouso hanno l’unico fine di riabilitare le persone con disabilità e reinserirle nella società civile, favorendone  l’autonomia, non di punirli con la negazione dei diritti. I professionisti della salute comprendono bene che solo con l’attuazione delle “linee guida” e dei Percorsi Diagnostici Terapeutici e Assistenziali è possibile essere riabilitati. Associazioni e cittadini da tempo hanno compreso che non è più possibile dare tutto a tutti, piuttosto bisogna fare chiarezza sulle gare d’appalto ed occorre partire dalla struttura stessa del sistema “gara” poiché nel nostro Paese esistono leggi che danno indicazioni precise in materia. Regioni e Centrali acquisto possono sì indire gare d’appalto su pannoloni e traverse, ma la loro funzione dovrebbe essere soltanto quella individuare un fornitore al prezzo più basso con la “migliore qualità” del prodotto.

Come più volte detto l’incontinenza è qualcosa di cui è difficile parlare, quindi quasi mai si comunica alla ASL se il pannolone irrita o assorbe poco, tutto ciò non consente d’avere in loco persone che ci mettono la faccia a loro tutela. Diverse sono le associazioni si battono per la libera scelta e l’appropriatezza prescrittiva, ma sui dispositivi medici contenitivi ragione e buonsenso non prevalgano mai e le gare d’appalto solo apparentemente fanno risparmiare denaro, ma attivano costi indiretti per lo Stato, le Regioni e le famiglie, per non parlare poi di un altro grave problema, lo smaltimento e il conseguente danno ambientale, infatti si pensa sempre al costo, mai al danno al paziente e all’ambiente. La madre terra non regge più in materia di inquinamento e consumismo sfrenato. Quali sono le conseguenze delle Gare fatte solo al ribasso e in regime di monopolio? Di certo le conseguenze di queste gare sono per un maggior consumo di pannoloni e la negazione all’utenza del diritto alla riabilitazione sancito dall’art. 26 della legge n. 833, del 1978. Osiamo ricordare che se in materia di incontinenza venissero attivati i Centri di 1°, 2° e 3° livello, con annessi PDTA, così come previsto dalla Conferenza Stato Regioni il 24 gennaio 2018, oggi, non solo risparmieremmo milioni di euro l’anno, ma inquineremmo meno riuscendo a soddisfare le necessità dei pazienti, riavvicinandoli sinanche al mondo della politica. Proprio così, visto che oggi la stragrande maggioranza degli italiani non crede più alla Buona Politica. Il mondo degli appalti sanitari non può essere solo un business o una spending review senza scrupoli ma deve rappresentare il lavoro di uomini e donne che senza interesse alcuno, se non quello di salvaguardare la salute pubblica e il risparmio delle risorse, si accollano responsabilità enormi. Questi dirigenti devono far quadrare le necessità operative dei medici e pazienti con la cavillosità di leggi e regolamenti più elastici; dirigenti che invece di chiedersi chi me lo fa fare, lottano ogni giorno per il bene comune, e cittadini, che molto spesso ignorano tutto ciò. Noi, al contrario, vorremmo che i cittadini lo sapessero e ne fossero orgogliosi.

Il S.S.N. e Regionale per i soli ausili ad assorbenza e cateteri spende 444.148.147 milioni di euro annui, di cui: ausili per incontinenza 374.365.607 milioni di euro, cateteri 69.782.540 milioni di euro. A tutto ciò vanno aggiunti i costi delle medicazioni che ammontano a 69.763,385 milioni di euro, e ancora bisogna aggiungere l’IVA al 4%, i costi di spedizione, i margini della filiera distributiva, nonché la spesa annua che ogni famiglia sopporta di tasca propria nelle farmacie, sanitarie o supermercati, oltre ai costi del personale addetto a registrare e/o dispensare tali dispositivi. La spesa complessiva è stimata in 2,5 miliardi di euro. Un volume d’affari elevato che giustifica i quotidiani passaggi televisivi di spots pubblicitari.

Il problema voucher

Da anni talune aziende si muovono e rimuovono col mondo politico propinando il solito voucher asserendo che col buono acquisto (utilizzabile presso Farmacie Sanitarie e Ipermercati) liberiamo il dercato e il S.S.N e Regionale, a tutela della Cittadinanza. Ma noi che realmente ci interessiamo della tutela dei diritti dei pazienti ci siamo sempre opposti e ci opporremo a tale scelta, per le seguenti motivazioni:
1. il voucher nel medio breve tempo è inflazionato (n.d.r. basta verificare il valore economico dei buoni pasto aziendali);
2. il valore economico del voucher difficilmente sarebbe collegato al valore reale del mercato, poiché i prezzi di pannoloni e traverse schizzerebbero verso l’alto dopo pochi mesi;
3. il S.S. Nazionale e Regionale non governerebbe più la “gestione economica di tali dispositivi, tra cui l’appropriatezza prescrittiva e l’attuazione dei PDTA”;
4. il voucher nel “breve” tempo diventa soltanto un vero e proprio ticket;
5. agevolerebbe soltanto le grandi multinazionali del pannolone che investono molto danaro in apposite “Campagne comunicative” su carta stampata e TV;
6. sulla spendibilità e gestione del voucher non vi sarebbero grandi certezze e controlli (In Italia abbiamo oltre 5milioni di poveri e col controvalore del voucher si potrebbero avere: calze elastiche, scarpe, cerotti, garze, etc.), esattamente come storicamente avviene per i buoni pasto;
7. i voucher, alla pari dei buoni pasto sono fortemente appetibili per le grandi catene alimentari, questo, infatti, per ovvie ragioni di mercato. I Supermercati li accetterebbero di buon grado perché allargherebbero la fascia dei consumi e degli acquisti, esattamente come fanno da tempo molte farmacie;
8. il voucher è il primo passo verso la totale dismissione della gratuità dei dispositivi medici;
9. l’iniziativa del voucher era stata proposta anche per i dispositivi medici monouso delle persone stomizzate (sacche, placche, cateteri, etc.), ma grazie alla forte opposizione dell’Associazione Italiana Stomizzati questa infelice idea, grazie anche al prezioso sostegno del Ministero della Salute (On. Francesca Martini ex Vice-Ministro della Salute), fu totalmente abbandonata;
10. il Ministero della Salute nel “Gruppo di lavoro sull’incontinenza urinaria e fecale”, istituito con Decreto del 2 ottobre 2015, da noi interpellato durante i lavori, ha convenuto che la proposta del Voucher non è percorribile ed ha assunto una posizione nettamente contraria.

A dirla in breve ci chiediamo chi ha interesse a far decollare i voucher? perché si vogliono impoverire ulteriormente le Persone con disabilità e i pazienti? Quali sono gli interessi in gioco?

Noi come Associazioni di Persone con disabilità e pazienti vigileremo e lotteremo con ogni mezzo contro questa scellerata proposta che porta indietro di 41 anni il "nostro" Servizio Sanitario Nazionale.

Hanno aderito:

FAIP - Federazione delle Associazioni Italiane delle Persone con lesione al midollo spinale                                                                                                                                       FINCOPP - Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico                                                                                                                                                        FAVO - Federazione Italiana delle Associaizoni di volontariato in Oncologia

AISTOM - Associazione Italiana Stomizzati
AIMAR - Associazione Italiana Malformazioni Ano Rettali

FIC - Fondazione Italiana Continenza  
SIUD - Società Italiana di Urodinamica 
SIMFER -  Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa 
AIFI - Associazione Italiana Fisioterapisti 
AIURO - Associazione Infermieri di Urologia Ospedaliera